(ANSA) - BOLOGNA, 14 GIU - Un cranio umano risalente all'Età
del Rame è stato ritrovato nella grotta Marcel Loubens,
nell'area del Parco dei Gessi bolognesi, a pochi km dal
capoluogo. Datato tra il 3.300 e il 3.600 a.C. e probabilmente
di sesso femminile, è stato recuperato in un camino carsico con
uno strapiombo di 11 metri d'altezza, durante l'esplorazione di
un ramo di recente scoperta, e costituisce uno dei più antichi
resti antropici dell'area bolognese.
Il recupero è stato eseguito dal Gruppo Speleologico
Bolognese ed il cranio è stato trasportato, per iniziarne lo
studio, nel Laboratorio di Bioarcheologia e Osteologia forense
del Dipartimento di Scienze biologiche dell'Università di
Bologna. E' stata fatta una Tac del reperto, per valutarne lo
stato di conservazione e il tipo di sedimenti che riempivano la
cavità cranica, mentre le datazioni al radiocarbonio sono state
effettuate sul secondo molare sinistro dal Cedad, Centro di
Datazione e Diagnostica dell'Università del Salento.
Fra il terzo e gli inizi del secondo millennio a.C. le cavità
naturali venivano sfruttate come luogo di sepoltura collettiva,
secondo un costume tipico sia in area appenninica che in area
alpina. Nell'Età del Rame molte sepolture presentano pratiche
funebri di manipolazione, spostamento e rimozione dello
scheletro, che rivelano un forte simbolismo legato alle credenze
sacre e al culto degli antenati. I crani, in particolare,
dovevano rivestire un forte valore simbolico: la loro
asportazione quasi sistematica dal luogo di giacitura potrebbe
suggerirne, secondo gli esperti, un utilizzo in ambienti diversi
da quello strettamente funerario. (ANSA).