Cassero di Porta Lame, P.zza VII Novembre 1944 n° 7 e 7/2.
Il Museo di Speleologia L. Fantini è stato riconosciuto dall’ex IBACN della Regione Emilia Romagna (ora Servizio Patrimonio Culturale della RER) ed è registrato nella lista dei musei della Città Metropolitana. Da ultimo è stato citato nel 2017 nella guida Bologna insolita e segreta edita da Jonglez.
Oltre alla parte espositiva vi è un laboratorio didattico. Tutti i locali al piano terreno sono accessibili con rampe per disabili rimuovibili. Presenti 2 bagni.
Visite: Si potrà visitare il MuS solo su prenotazione scrivendo una mail a: info@gsb-usb.it. Lasciate un recapito telefonico e verrete contattati.
Il MUS ha prestato le proprie attrezzature alla presentazione del film Il Buco del regista Michelangelo Frammartino che racconta l’esplorazione dell’abisso Bifurto in Calabria nel 1961. A quella spedizione parteciparono anche due speleologi bolognesi: Pasini e Lustre.
FOTO: il cast attori del film sul red carpet del 78° Festival del Cinema di Venezia (Getty).
Storia del Museo e della Biblioteca
La collezione mineralogica dell’USB trae origine dalle attività speleologiche condotte in molte regioni italiane ed all’estero fra il 1957 ed il 1970, anno in cui la Società Speleologia Italiana (SSI) promosse una vasta campagna per una drastica riduzione dei campionamenti, anche ad uso scientifico. L’ingente mole di rocce e mineralizzazioni catalogata trovò spazio in una decina di teche, collocate al secondo piano del Cassero di Porta Lame, ove restarono esposte fino al 1990, quando ebbe inizio l’attiva collaborazione con l’IBACN della Regione Emilia-Romagna. La maggior parte dei minerali sono stati oggetto di studio presso l’Università di Bologna.
La Biblioteca Speleologica venne fondata insieme al GSB, nel 1932 e in 90 anni si è enormemente ampliata, arricchendosi mediante acquisizioni, ma soprattutto attraverso l’intenso interscambio esistente fra le Riviste edite da GSB-USB: Sottoterra (dal 1961) e Speleologia Emiliana (dal 1962) e le pubblicazioni delle principali Associazioni Speleologiche ed Istituti Universitari Italiani ed Esteri. Attualmente conta oltre 8.000 volumi.
Il primo nucleo dell’Archivio Storico del GSB (1932- 1961) venne donato da Luigi Fantini in occasione del suo 70° compleanno, nel 1965. Contiene l’intero epistolario e gli originali delle relazioni autografe di Luigi Fantini fra il 1932 ed il 1960 e la collezione completa del Censimento delle acque sorgive nel territorio Bolognese, realizzato da Fantini fra il 1942 ed il 1961.
Nel 1994, a seguito di una visita in Sede dei Funzionari dell’IBACN, i Prof. Raimondi e Pisauri, vivamente interessati dall’abbondante qualità ed originalità del patrimonio documentale e librario disponibile, nell’intento di renderlo più facilmente accessibile al pubblico, proposero al GSB-USB l’istituzione del “Museo e della Biblioteca Luigi Fantini”, regolato da un’apposita Convenzione. Al termine della Mostra del 1995 organizzata a Palazzo Re Enzo, in occasione del Centenario della nascita di L.Fantini, l’IBACN cedette al Museo, per la conservazione e l’uso, l’intera collezione delle riproduzioni delle lastre fotografiche di Fantini, (Case Antiche escluse), ottenute per l’occasione dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna e dagli eredi.
A seguito dell’acquisizione di nuove teche e di armadi per la biblioteca, cofinanziato dall’IBACN, nel 1995 nasce ufficialmente il Museo di Speleologia del GSB-USB intitolato a Luigi Fantini presso la sede dei gruppi speleologici GSB-USB al Cassero di Porta Lame nei locali assegnati dal Comune di Bologna.
Da allora il Museo ha visto l’apertura al pubblico su appuntamento, registrando una media di 100 visitatori/anno, numero limitato anche per via della problematica accessibilità dei locali.
Tuttavia, negli ultimi 10 anni si sono moltiplicate le iniziative pubbliche del GSB-USB, soprattutto conferenze e proiezioni su tematiche ambientali e speleologiche puntualmente elencate nelle relazioni annuali comunicate al Comune di Bologna.
2018: il Museo rinnovato
A distanza di 23 anni dalla sua fondazione il GSB-USB ha voluto riorganizzare il MuS migliorandone i contenuti e soprattutto trasferendone una parte al piano terra, ove il Comune di Bologna ha concesso all’USB nuovi spazi, piuttosto angusti ma preziosi allo scopo, proprio al fine di rendere il Museo più fruibile da parte della cittadinanza.
L’allestimento dei nuovi spazi, la selezione e catalogazione dei materiali esistenti, ha costituito una straordinaria occasione di valorizzazione del patrimonio documentale e tecnico dei gruppi speleologici. Nel Museo sono visibili pezzi unici, altri rarissimi, testimoni di un’attività di ricerca peculiare, a questi livelli riscontrabile in poche altre parti in Italia. Il tutto è integrato dal copioso patrimonio documentale, in parte consultabile on line, sulle attività svolte dal 1932 fino ad oggi.
Di seguito i contenuti di questa trasformazione:
- Il trasferimento di parte del Museo al civico 7/2 piano terra e primo piano (quest’ultimo con accessibilità limitata) permette una migliore fruizione da parte del pubblico e ha consentito l’evoluzione del Museo allargando la sfera dei potenziali interessati, specializzandosi su tematiche non presenti nel contesto cittadino (storia della speleologia, dei materiali, degli strumenti, delle scoperte, delle spedizioni, utilizzando anche specifici materiali didattici, ecc.). Per permetterne una migliore riconoscibilità è stato creato un logo ad hoc.
- L’ubicazione del MuS lascia intravvedere possibili sviluppi collaborativi con la limitrofa area denominata Manifattura delle Arti. Per favorire questa ipotesi di collaborazione, una delle piccole salette, quella destinata a laboratorio didattico, è dotata di allestimenti rimovibili e dotata di impianto video-sonoro, al fine di renderla fruibile da diverse tipologie di mostre, installazioni, eventi, oltre il perimetro speleologico.
- Altro importante elemento è che il MuS è integrato con il rinnovato sito del GSB-USB ed i vari social, siti ed archivi multimediali delle realtà speleologiche nazionali, compresa la biblioteca Fantini già inserita nella piattaforma nazionale Speleoteca.
- E’ stato realizzato un mini-laboratorio per bambini sui fenomeni carsici (acquario dinamico), gli attrezzi utilizzati per le esplorazioni, un impianto funzionante al carburo, una cabina sensoriale che riproduce l’ambiente grotta, minerali, cristalli, concrezioni e attrezzi da “toccare”. Nelle vetrine e negli spazi limitrofi vi sono: una sezione dedicata a Luigi Fantini con oggetti e documenti a lui appartenuti o coevi al periodo da lui vissuto. E’ presente temporaneamente il nuovo rilievo topografico, ultimato recentemente, del complesso carsico Spipola-Acquafredda.
- Oltre la già citata collezione di minerali sono esposti anche dei fossili, una sezione dedicata alle attrezzature fotografiche e al rilievo topografico, la collezione di caschi e di bombole al carburo, ed una sezione dedicata alle vecchie attrezzature per la progressione in grotta (scalette, corde, discensori, strumenti di risalita e di sicura). Una sezione, invece, è dedicata alla riscoperta dell’acquedotto romano di Bologna con la presenza, fra gli altri oggetti, della riproduzione a grandezza reale di una sezione dello stesso, una parte dedicata alle spedizioni in Bosnia, alle riscoperte delle antiche miniere, alle frequentazioni delle grotte durante il periodo bellico (una sezione è dedicata ai riconoscimenti ufficiali ricevuti dai Gruppi Speleologici), all’archivio adesivi e manifesti. Una sezione è dedicata all’attività artigianale consistente nella costruzione di equipaggiamenti specifici. E’ presente un impianto multimediale con collegamento ad Internet; mediante un PC si avrà accesso a tutto il patrimonio informatizzato del GSB-USB già oggi visibile sul sito ed in rete. Tutto sarà visibile su una TV a grande schermo dove potranno essere riprodotti immagini e video in tutti i formati.
- Si potranno consultare riviste specialistiche (Sottoterra, Speleologia, Speleologia Emiliana) monografie, libri (Le Grotte Bolognesi e Gli Antichi Acquedotti di Bologna, entrambi editi dal GSB-USB, Atti di Convegni tematici sulle scoperte fatte ecc.).
E’ importante sottolineare che gli spazi non si prestano ad una visione di museo tradizionale, ma verranno utilizzati al meglio per raccontare le storie legate alla speleologia (esplorazioni, ricerche, attrezzi utilizzati, storia dei grandi esploratori ecc.) partendo dagli oggetti esposti.
Il Direttore del MUS è il Dott. Paolo Forti, il responsabile è Nevio Preti.
Archivio storico
Sono migliaia i documenti conservati e catalogati fra cui alcuni di importanza storica generale. E’ in corso la digitalizzazione di tutto l’archivio.
Attrezzi e strumenti
Nel Museo sono custoditi attrezzi utilizzati in Spelologia. Si tratta di materiali adattati, spesso inventati, e poi evolutisi con il passare del tempo e con il maturare delle tecnologie.
Sezione mineralogica e fossili
Fin dalla fondazione dei gruppi speleologici i nostri Soci hanno raccolto minerali nel corso di spedizioni ed esplorazioni in ambienti ipogei. Nel 1992, una selezione di questi minerali è stata riconosciuta come base costitutiva del Museo. In occasione del rinnovo del Museo nel 2018, è stata terminata la catalogazione di tutti i minerali e fossili presenti in Sede.
Attrezzatura fotografica e da rilievo topografico
Assieme alla ricerca delle cavità, la documentazione di quanto si scopre è una delle attività più importanti per uno speleologo. Per le peculiari condizioni in cui si opera in grotta, l’adattamento di strumenti nati per operare altrove e le metodologie utilizzate rappresentano una caratteristica unica di queste attività.