Miniera di Schilpario – Gaffione
Località: Fondi, Schilpario – Val di Scalve (BG)
Organizzatori: G. B., M. L. G. (GSB-USB)
Damnata ad metalla: M. Ballotti, L. Caprara, G. Casadei, E. Gorni, Z. Rondelli, G. Righi, M. Papa, S. Zucchini (GSB-USB)
Uscita post corso finalizzata a introdurre ai nuovi arrivati il magico mondo delle cavità artificiali, coordinata magistralmente da G. e M. (sempre e solo elencati in ordine alfabetico), coadiuvati dall’occhio vigile della direttora Sonia e dal sottoscritto (vale sempre la regola che si prende quel che viene, e ringraziare).
Pigri e poveri di spirito possono saltare il seguente pippone e guardarsi direttamente il video montato da Papa in copertina (video comunque molto bello, che consiglio anche a chi ha voglia di leggersi il pippone).
PIPPONE
Schilpario mi ha sempre incuriosito, luogo leggendario di cui si narra nelle relazioni di G. e M., ma di cui pochi altri sanno. Decido quindi, con colpevole ritardo, di aggregarmi all’uscita e indagare.
Purtroppo, la spedizione non inizia nel migliore dei modi… lmeno per il team Papa-Rondelli-Caprara-Ballotti: mentre gli altri sono già a Schilpario a cenare a suon di brasato, polenta e altre dannate leccornie preparate da G. e M., noi risaliamo il Brennero, distratti da un gioco di società, col navigatore spento.
Odio i giochi di società e disapprovo il navigatore spento. Riscendiamo il lago di Garda e raggiungiamo destinazione verso mezzanotte. Per punizione io e Papa veniamo relegati su due brande in cucina. Sistemazione comunque confortevole e che ci permette di apprezzare parte della immensa collezione di teiere di M. (secondo alcuni, ognuna di esse racchiude l’anima di un nemico sconfitto).
Sabato veniamo svegliati di buon mattino dal “buongiorno” dolce e al contempo minaccioso di G. e partiamo verso il Parco Minerario Ing. A. Bonicelli, in direzione Passo Vivione. Parcheggiamo nei pressi di un ingresso della miniera (parte non turistica).
Mentre ci cambiamo, ci raggiunge Ettore da Brescia (attirando le ire di M. sgommando nel parcheggio e garantendosi così una personale teiera porta anima) e siamo pronti a entrare nel tunnel di accesso alla miniera, letteralmente dietro alle macchine, avvicinamento zero, partiamo decisamente bene.
L’ingresso in miniera è decisamente apprezzato, visti i circa dieci gradi di escursione termica con l’esterno (da –5 a +5-6). Seguiamo le nostre guide nelle gallerie, fra i resti di quelle che erano rotaie, tubature per impianti pneumatici e travi marce un po’ ovunque. La manutenzione negli ultimi cinquant’anni (dopo la dismissione delle attività estrattive a inizio anni ‘70) lascia parecchio a desiderare, ma non siamo qui a fare polemica.
Nella progressione siamo spesso con gli stivali a mollo, costeggiando aree allagate, rivoli e veri e propri corsi d’acqua che attraversano i vari livelli. Questo a causa di falde intercettate e del torrente che scorre sopra di noi. Le nostre guide ci fanno strada, illustrando passo passo la storia degli ambienti visitati, la funzione dei vari congegni diabolici incontrati lungo il cammino e la tecnica di progressione in cavità artificiale. Questa si può riassumere sommariamente così: le travi devono essere lasciate marcire in pace, se possibile si evitano, al massimo si sfiorano con passo felino.
Ci destreggiamo anche con alcuni passaggi in corda (un paio di traversi e una risalita in condotta inclinata), dove Sonia raccomanda un minimo di dignità motoria ai frazionamenti… invano.
Visitiamo livelli incredibili per la quantità di concrezioni presenti, fra cui vasche di pisoliti che attraversiamo come equilibristi sui tubi arrugginiti, per non danneggiarle. Altro ambiente notevole è una galleria che porta all’esterno, completamente ghiacciata e piena di stalattiti (di ghiaccio).
Dopo una pausa pranzo incentrata a discutere sulle diverse tipologie di fornelli da campeggio, iniziamo a tornare sui nostri passi. I carrelli abbandonati sono un’attrazione notevole, e in molti ci si fiondano dentro per foto e video, vabbè. Usciamo dalla miniera a metà pomeriggio, soddisfatti e con le tute pulite (o meglio, non più sporche di come eravamo entrati), una sensazione anomala. Torniamo in paese e ci rilassiamo un po’ davanti a una tisana calda in casa (alcuni optano per una cioccolata in tazza e dolciumi in pasticceria, comprensibile). C’è tempo per contemplare il rilevo 3D del complesso minerario sul computer da gaming di G. (non si bada a spese, per il rendering servono le prestazioni).
La serata sarà all’insegna della convivialità con A. (un amico delle nostre guide) e compagnia bella, fra spritz al baretto e cena “taragna” al ristorante. Tutti soddisfatti e a letto a pancia piena (dopo partitella a tabù imposta da Zoe).
Domenica ci alziamo con moderata calma, il programma prevede la visita alla miniera turistica, in abiti civili ma con il casco ben saldo in testa, perché comunque bisogna darsi un tono. Entriamo costeggiando il trenino che viene utilizzato durante le visite guidate, lo superiamo e ci addentriamo a piedi, sempre per il solito discorso che ci diamo un tono. I vuoti di coltivazione creano ambienti maestosi, e noi li attraversiamo attoniti percorrendo scale e tracciati perfettamente illuminati. Il tutto evoca in me immagini di tolkieniana memoria (Khazad-dûm… ma con G. al posto del Balrog).
Le nostre beneamate guide ci illustrano magistralmente i vari ambienti, le loro funzioni e cenni storici, politici, culturali… un vero piacere.
C’è tempo anche per testare i famosi telefoni della Fernsig di Essen installati da una delle nostre guide. Il suono del WauWau è meraviglioso, cercherò una suoneria che lo imita. Verso il finire del nostro giretto, G. fa lo scherzo della tramoggia per mantenere alta l’attenzione e sedare gli spiriti, encomiabile.
Il weekend si conclude con i seguenti risultati estrattivi:
- M. Ballotti: 625q (toporagno scatenato)
- L. Caprara: 0.3q (sono iscritto FIOM, cagami il cazzo nel weekend e vedi te che casino faccio)
- G. Casadei: 213q (poco, ma ha appena fatto il corso, per ora non è carino accanirsi, per ora)
- E. Gorni: 256q (e ha pure preso domenica di ferie, vabbè)
- Z. Rondelli: 162q (solo perché era convinta che portare fuori sassi fosse un gioco di società, sennò avrebbe polemizzato)
- G. Righi: 466q (a stare con Edo si fanno i muscoli)
- M. Papa: -47q (credeva che il gioco fosse portare dentro sassi… è stato esonerato da ogni attività… genio?)
- S. Zucchini: 0q (non rompete il cazzo a Sonia)
Il totale estratto è stato ritenuto sufficiente e abbiamo avuto il permesso di tornare a casa.
In definitiva, gran bella esperienza in cavità artificiali affascinanti e imponenti. Sarebbe molto intrigante valutare un weekend a Schilpario nell’ambito dei corsi di primo livello. Nel 2018 andammo in cava a Zola Predosa, ma non è assolutamente paragonabile.
Vabbè, ne parleremo, anche perché senza il benestare di G e M. si va poco in là.
Concludo con una citazione tratta dal sito della miniera:
La necessità di non perdere il contatto con le proprie radici ed il mutato contesto epocale, accompagnato da una diversa sensibilità, ha permesso la riscoperta di questo “mondo dei vinti”, di questa gente che non è mai comparsa da protagonista sui libri di storia, ma che la storia l’ha fatta comunque, anche se sottoterra.