Lo studio della vita nelle grotte bolognesi ha una storia lontana
La biospeleologia bolognese, si può dire che dati, ormai, oltre cent’ anni. Infatti nel lontano 1903 un gruppo di giovani naturalisti fonda la Società Speleologica Italiana (SSI) con lo scopo di studiare le cavità sotterranee nei loro molteplici aspetti. Viene anche creata la Rivista italiana di Speleologia. Solo nel 1904 Armand Virè conierà il termine di Biospeleologia che riunirà tutte le conoscenze riguardanti la vita ipogea.
Tra i soci fondatori della SSI vi è Carlo Alzona (primo Direttore della Rivista Italiana di Speleologia), un appassionato entomologo che pubblica il primo elenco delle faune cavernicole italiane con riferimenti a quelle dell’area dei Gessi Bolognesi. Seguiranno altre informazioni da parte di Giorgio Trebbi e Mario Bezzi che allungano l’elenco delle specie citati dall’Alzona. Nel 1932 Luigi Fantini fonda il Gruppo Speleologico Bolognese immediatamente prende contatti con il Prof. Michele Gortani (Direttore dell’Istituto di Geologia dell’Università di Bologna), il quale comprende l’importanza dell’esplorazione del mondo sotterraneo dei Gessi Bolognesi e delle sue peculiarità biologiche presenti al loro interno. Nel 1933, Fantini ha già una fitta corrispondenza con i Proff. Trebbi e Marinelli e con un entomologo di Spilamberto (MO): Carlo Menozzi. Questo naturalista diviene socio del GSB ed arricchisce l’elenco della fauna cavernicola felsinea. È Menozzi che invierà ad un collega in Olanda un piccolo dittero Foride che risulterà come una nuova specie (Triphleba fantinii) vivente nelle grotte bolognesi frequentate dai Chirotteri. Fantini cattura e fa determinare le innumerevoli specie di pipistrelli che documenta con splendide fotografie su lastra.
Nel 1950 compare un approfondito studio sulle faune della Grotta della Spipola a cura di Di Caporiacco et al. in cui si evidenziano 4 nuove specie sulle 69 determinate. L’attività di vari soci del GSB (P. Grimandi, M. De Lucca ed altri) dal 1960 e per otto anni, consentirà la raccolta di un notevole numero di dati sui Chirotteri troglofili che in molti casi vengono inanellati per studiarne gli spostamenti. Questo lavoro viene fatto in collaborazione con il Centro Inanellamento Pipistrelli (CIP) coordinato dal prof. G. M. Ghidini dell’Università di Genova. Le informazioni ottenute implementate anche da quelle di Luigi Fantini, costituiscono un backgroung importantissimo per la conoscenza locale di questi straordinari mammiferi volanti. Con le ricerche avviate poi dagli anni ’90 dal Dr. David Bianco (Responsabile del Servizio Ambiente del Parco dei Gessi Bolognesi) e da Thea Mondini, Monia Cesari e Alessandra Peron, l’elenco della chirotterofauna bolognese si arricchisce notevolmente.
Nel 1967, Giulio Badini (socio del GSB) pubblica una nuova versione de “Le Grotte Bolognesi” (la prima era stata edita da Luigi Fantini nel 1934) in cui compare un lungo elenco di specie cavernicole riferite alle grotte presenti nel Carso bolognese. Dal 1968, un giovane socio, Giuseppe Rivalta, biologo, inizia una serie di ricerche che porteranno alla realizzazione di una Stazione di Biospelologia all’interno della Grotta–Laboratorio Novella (Farneto). In alcune teche vengono posti esemplari delle faune ipogee locali per seguirne i cicli di sviluppo e comportamentali. Tra queste, alcuni Niphargus (Crostacei Anfipodi) si riproducono ed i piccoli saranno seguiti per 13 anni finchè un’intrusione da parte di qualche sprovveduto li ucciderà. Si cerca anche di comprendere i comportamenti dei piccoli ragni Nesticus che tessono tele irregolari o che si riproducono producendo poi piccoli sacchi ovigeri da cui nascono decine di esemplari diafani. Tra il 1987 ed il 1988 Rivalta e Cristina Donati (socia del GSB) effettueranno un monitoraggio (oltre 500 rilevamenti) alla Grotta della Spipola, per studiarne le variazioni di temperatura durante l’anno. Ma Rivalta, insieme successivamente alla Dr.ssa Carla Lambertini , daranno inizio ad interessanti ed originali ricerche di Microbiologia Ipogea. Con difficoltà si determineranno diverse specie batteriche e fungine, presenti all’interno della Grotta Laboratorio Novella ed in altre cavità anche artificiali. Questo tipo di indagine scientifica, negli anni 2000, entrerà a far parte di un grande Progetto Life+, portato avanti dal Parco dei Gessi in collaborazione con l’Università di Bologna. Dal 2012, la Dr.ssa Serena Magagnoli ha iniziato una serie di ricerche faunistiche sui Collemboli ed altri invertebrati presenti nelle cavità sparse per la Provincia di Bologna, in collaborazione con il Parco dei Gessi ed il gruppo di studio dell’Università di Parma diretto dalla Prof.ssa Menta.
Inoltre è stata avviata un’indagine preliminare, in collaborazione con il Dott. Stefano Tonti e la Prof.ssa Nepoti, della facoltà di Agraria di Bologna, sulle specie fungine presenti all’interno della Grotta della Spipola.
Sul fronte Chirotteri, i monitoraggi delle comunità svernanti all’interno del Parco dei Gessi Bolognesi, oltre che nelle cavità più significative dell’intero territorio provinciale, son proseguiti grazie all’impegno di alcuni nostri Soci, in collaborazione con l’Ente Parco e l’Associazione “Quelli della Notte”, che da anni promuove attività di divulgazione e conservazione sul tema pipistrelli. Inoltre, grazie alle metodologie ed alle attrezzature sviluppate nella prima fase (2010-2011) del Progetto Life+ Gypsum, un importante studio condotto da Francesco Grazioli, unico nel proprio genere, da inizio 2013 vede coinvolta una delle grotte protette e più significative del Parco.