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Ritorno in Vetricia: esplorazioni all’ abisso F. Orsoni

Tra il 2018 e il 2019, il GSB-USB ha fatto ritorno sull’altopiano della Vetricia (Alpi Apuane, Gruppo delle Panie), dove fin dagli anni ’30 speleologi toscani e (a seguire) emiliano-romagnoli hanno condotto ricerche ed esplorazioni.

La grotta che abbiamo voluto riesplorare si trova nella porzione più lontana dell’altopiano, denominata “Zona C”, dalla suddivisione che gli speleo dell’Unione Speleologica Bolognese (USB) adottarono durante le sistematiche ricerche negli anni ’70. L’abisso in questione è intitolato a F. Orsoni, e presenta una profondità di circa -270 m, alternando splendidi e profondi pozzi a brevi meandri. Sollecitati dal socio A. Pavanello, riattrezziamo la cavità per andare ad investigare un meandrino bagnato da scorrimento e alcune finestre laterali sul pozzone di -100.

Dopo un susseguirsi di tre punte, spalmate con molta pigrizia sull’arco di due anni, e spesso e volentieri ostacolate dalla neve e dal ghiaccio che rendono la zona difficilmente praticabile nei mesi invernali, riusciamo a ultimare gli obiettivi esplorativi. Uno di essi, rappresentato da una strettoia che si affacciava su una piccola saletta nel meandro sotto al P40, porterà ad una breve e autoconclusiva diramazione senza possibili sviluppi. L’altro punto invece, una finestra sospesa sopra alla successiva sequenza di pozzi da 100 m, è stata raggiunta tramite una risalita in artificiale. Da qui si sviluppa un camino parallelo a quello principale, probabilmente una via di drenaggio secondaria delle acque inghiottite nella superficie dell’altopiano, che termina su un grosso accumulo di blocchi di frana, incastrati tra le pareti verticali.

Purtroppo l’Abisso Orsoni sembra aver “esaurito” le potenzialità esplorative (o almeno quelle che avevamo individuato…), ma i segreti della Vetricia sono ancora lontani dall’essere colti appieno. Torneremo il prima possibile per revisionare altre grotte!