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Nuova campagna di colorazioni nella Dolina dell’Inferno

La necessità di definire con maggior precisione lo schema idrogeologico sotterraneo della Dolina dell’Inferno, e nella precisione del drenaggio contribuente il corso d’acqua attivo che solca la risorgente della Grotta Pelagalli, ci hanno spinto ad organizzare una seconda campagna di colorazione, complementare a quella del 2016 (Grandi e Pisani, Speleologia 77).

I risultati delle recenti colorazioni alla Grotta Novella inoltre, hanno reso necessaria una nuova revisione anche per quanto riguarda il colleggamento tra le cavità affini alla Valle Cieca di Ronzana e la Risorgente della Grotta del Farneto (Fontanaccio). Rispetto alle colorazioni del 2016, questa revisione è facilitata dalla possibilità di immettere il tracciante nel Complesso Modenesi-Partigiano, centinaia di metri più a valle rispetto alla Buca di Ronzana.

Il 21/11/18 sono stati immessi 400 g di fluoresceina sodica nel collettore attivo, poco prima della Sala della Tabaccaia, nella zona più remota del Partigiano-Modenesi. La portata era molto bassa, ma la presenza di un piccolo salto di circa 1 m sull’attivo ha permesso una buona diluizione.

I giorni successivi, il 24/11/18 e il 01/12/18 vengono monitorate sia la Grotta Pelagalli che la Risorgente di Ca’ Masetti, con esiti negativi. Il 24/11/18, contemporaneamente all’uscita in Pelagalli, la risorgente del Fontanazzo si tinge di verde smeraldo. Il colorante rimane nella polla di troppo pieno per circa 2 giorni, poi non se ne ha più evidenza.

Una seconda fase di colorazioni avviene il 13/01/19, circa due mesi dopo quella al Complesso Modenesi-Partigiano, in modo tale che la traccia ottica del passaggio della fluoresceina fosse completamente rimossa da ogni possibile corso d’acqua attivo. Il tracciante (in quantità di circa 200 g) viene immesso nel P26 della Grotta Coralupi. Anche qui la siccità degli ultimi mesi si fa sentire, ma siamo fiduciosi. Lo stesso giorno, il tracciante viene osservato nell’attivo che solca il meandro scoperto pochi giorni prima, oltre il P8 nella prima sala della Coralupi (Meandro della Faina).

La Risorgente di troppo pieno del Fontanaccio (Farneto), positiva al test di tracciamento con fluoresceina sodica.

I giorni seguenti inizia il monitoraggio. Il 16/01/19 una squadra monitora la Pelagalli e Ca’ Masetti, con esiti negativi. Una seconda giornata di monitoraggio vede in parallelo due squadre, una alla Pelagalli e una alla Cioni-Ferro di Cavallo, il 19/01/19, entrambe con esiti negativi. Il 23/01/19, finalmente la squadra di controllo alla Pelagalli osserva il torrente colorato di verde, esattamente a dieci giorni di distanza dall’immissione alla Coralupi. In ultimo, il 25/01/19 viene monitorata nuovamente la Cioni-Ferro di Cavallo per escludere che possa essere connessa a questo sistema di drenaggio: esito negativo. Durante tutto il periodo di monitoraggio inoltre, il Fontanazzo non è mai stato osservato colorato.

Questa seconda campagna di tracciamento idrico ha confermato le passate colorazioni dell’USB, delineando -con ormai un alto grado di affidamento- la separazione netta tra i tre sistemi carsici:

  • Sistema Ronzana-Farneto

Primi punti di inghiottimento si hanno nel Buco del Passero (ER BO 720) e nell’Inghiottitoio della Buca di Ronzana (ER BO 350). Accoglie il drenaggio contribuente dalla Grotta Novella (ER BO 287) e dal Complesso Grotta dei Modenesi – Grotta del Partigiano (ER BO 67-68). Sull’asse verso il Farneto va ad intercedere la Grotta di Ca’ Fornace (ER BO 62), con buona probabilità anch’essa annessa al sistema. Anche le acque inghiottite nel Buco della Dolinetta (ER BO 60) dovrebbero convergere verso questo collettore, anche se non si ha certezza di ciò. Nella zona più avanzata, il collettore accoglie le acque provenienti da una breve vallecola cieca situata a sudovest di Casa Coralupi, dove si dovrebbe ubicare la Grotta della Lepre (ER BO 70), attualmente occlusa ed impraticabile, per poi dirigersi verso la Grotta del Farneto (ER BO 7) e drenare in destra del Torrente Zena (Risorgente del Fontanazzo).

  • Sistema Coralupi – Pelagalli

La testata del sistema si ha negli inghiottitoi centrali della Dolina dell’Inferno, ovvero nella Grotta Coralupi (ER BO 92), la Grotta M. Loubens (ER BO 300) e la Grotta il Castello (ER BO 26). Il nuovo ramo esplorato alla Grotta Coralupi, il Meandro della Faina, permette di osservare il collettore nel suo punto più avanzato verso valle. Le acque di questo sistema si ritracciano centinaia di metri più a valle nella Grotta Pelagalli (ER BO 425), per poi spaiare in subalveo del Torrente Zena.

  • Sistema Fondo Dolina – Ca’ Masetti

Nonostante non si sia ancora potuto attestare con certezza, andando per esclusione e basandosi sui risultati di tutte le passate colorazioni, possiamo affermare con buone probabilità che il drenaggio della porzione inferiore della Dolina dell’Inferno converga verso il Complesso Cioni – Ferro di Cavallo (ER BO 8-429), e infine verso la risorgente di Ca’ Masetti (che attualmente non è escluso possa fungere esclusivamente da troppo pieno). Il collettore a monte viene alimentato dalla Grotta dell’Anemone Bianca (ER BO 64), dal torrente rinvenuto nell’ormai occluso Inghiottitoio di Fondo Dolina (ER BO 27) e dalla Grotta della Casupola (ER BO 63). È tutt’ora ignoto da dove provenga parte del deflusso rintracciabile nelle gallerie attive della Grotta della Casupola, proveniente da est e di discreta portata.

Questo complesso quadro, dopo decenni di esplorazioni, studi e ricerche, è prossimo a dirsi completo. Certo è che la dinamicità delle nostre grotte potrebbe riservare sorprese agli speleologi del futuro. Ma forse è proprio questo il bello della nostra attività…un continuo spirito di ricerca e comprensione dell’ignoto.

Cosa c’è aldilà del Buio?

Articolo completo su Sottoterra 147 (2018), a cura di L. Pisani e M. Meli

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