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Esplorazione Grotta della Casupola

A cura di: Luca Pisani
Nuovo appuntamento per la Grotta della Casupola. Dopo le ultime uscite ero rimasto davvero colpito dalla grotta e le aspettative erano altissime… decidiamo quindi di comporre una squadra d’assalto per superare l’ostico cunicolo allagato sul fondo. Alle 10:30 entriamo in grotta e spediti portiamo il materiale da scavo/di(so)struzione alla base dei due pozzi..qui ci dividiamo e il primo compito di allargare con il 54V il cunicolo spetta a me e Max. Entriamo dal primo tratto per raggiungere la pozza da cui parte la stretta e merdosissima galleria.
L’acqua è ancora lì, il centro della salettina è sempre una poltiglia di fango nero come la pece con grandi pozze coperte da patine rosse e arancio (ovviamente maleodoranti e con la solita puzza di zolfo). Una volta passati il nostro calpestio ridurrà la zona in una schifosissima piscina di fango liquido dove rimarremo immersi…ma d’altronde ce lo aspettavamo..Iniziamo così a lavorare il passaggio… ogni tanto arrivano grosse ventate di aria che ci colpiscono la faccia. Finite due batterie diamo il cambio agli altri ragazzi per pulire il fondo dai detriti e iniziare a tentare di rimuovere l’acqua presente anche nel passaggio stretto.
Completata questa operazione, ci rimangono ancora due piccoli zoccoli di gesso da rimuovere per passare, ma questi sono troppo avanzati per lavorarci con il De Walt grande. Entra così Max, immerso totalmente nel fango liquido e puzzolente, per lavorare con il dewalt piccolo… la situazione è veramente estrema… sentiamo tutti una leggera tensione correre lungo la schiena..sappiamo che oltre quei 4 metri di infame strettoia la grotta continua.
E così Max si decide “io passo”. Mi riporta indietro il trapano e si infila nell’ultimo pezzo di cunicolo.
Centimetro dopo centimetro lo vedo avanzare, fino a scomparire, mischiandosi al fango e all’acqua, tutto schiacciato contro le pareti. Ormai è di là. Con un sorriso chiamo anche gli altri ragazzi e uno ad uno passiamo…dire che la strettoia è bastarda sarebbe riduttivo. Ma giunti di là le nostre aspettative sono ripagate: il meandro continua! Sul fondo l’attivo dell’inghiottitoio della Casupola scorre lentamente in un misto tra acqua e fango, costantemente ricoperto da patine gialle e biancastre. Sulle pareti invece notiamo una cosa molto interessante: uno spessore di almeno 10 cm di foglie e rametti semi-concrezionati arrivano ricopreno interamente gli ambienti, come a formare un “vestito” dalle sfumature rosse e marroni ai grossi cristalli di gesso.
Ma la cosa più importante è  ciò che scopriremo dopo: infatti percorsi altri 10 metri di meandro, questo piccolo rivoletto di “acqua” si immette in un grosso attivo dalle dimensioni simili a quelle della Cioni-Ferro di cavallo! Che emozione! Immaginiamo subito, per evidenze di posizionamento e vicinanza, di aver intercettato molto presumibilmente l’attivo di fondo dolina, il quale risulta attualmente impraticabile da raggiungere dall’omonimo inghiottitoio. Sarebbe quindi finalmente accessibile una porzione del tratto a monte del terzo sistema idrologico della Dolina dell’inferno, presumibilmente connesso al complesso della Cioni-FdC (anche se a questo punto occorrerà colorazione per accertare l’ipotesi).
Qui comunque gli ambienti sono bellissimi: verso valle si percorre per una decina di metri un basso e largo laminatoio fino ad uno slargo dove la volta si abbassa e l’acqua “sifona”, con uno spazio aereo di pochi centimetri dal soffitto. La pozza è molto profonda, sui suoi lati tento di avvicinarmi al sifone per capire se oltre esso la volta si alza, ma ad un passo dal margine delle pareti l’acqua diventa subito alta oltre il bacino. Non oso immaginare quanto sia profonda al centro dell’attivo.
Tornando verso monte invece si percorrono belle gallerie sub-circolari alte abbastanza da starci in piedi (anche queste con evidenze freatiche per presenza di resti vegetali fino al soffitto), alternate a camini verticali con canali di volta. Qui una serie di crolli creano dei passaggi separati che tuttavia giungono tutti allo stesso ambiente, ovvero un laminatoio basso e largo che giunge ad un altro “sifone”. L’acqua è molto più bassa e quindi di fatto il passaggio risulta impraticabile a causa della sua strettezza.
Non troviamo altre prosecuzioni…super contenti torniamo indietro, tutti fradici fino all’osso. Arrivati al cunicolo ci aspetterà però una bella sorpresa: avendo mobilizzato molta acqua durante il passaggio all’andata, la strettoia si presenta totalmente allagata..affrontarla di pancia vuol dire avere più manovrabilità per il passaggio ma passarne un breve tratto in apnea con la faccia immersa nel fango liquido, affrontandola di schiena invece si evita questa agonia ma per superarla occorre una buona dose di delicatezza e bestemmie. In ogni caso usciremo da lì fradici, sporchi e puzzolenti.
Via: uno alla volta superiamo il passaggio (altro che lo pseudo-sifone di Su Palu!!!!!) e una volta al di là spediti ci dirigiamo all’uscita, tremando dal freddo ma con un grande sorriso sulla faccia e l’adrenalina a mille.

Un altro piccolo pezzo del puzzle della Dolina dell’Inferno è stato collocato, adesso occorrerà rilevare e provare a controllare con le mute i due sifoni… chissà se saremo ancora fortunati. Colgo l’occasione per ringraziare il Sommo Zuffa che da più di un mese ci ha spinto a controllare questa grotta e ci ha dato la giusta carica per esplorarla! Come dice sempre:

Da molta più soddisfazione trovare 20 m di grotta nuova che un -1000 già esplorato!

E qui la soglia dei 20 metri è già stata ampiamente superata 😀

Dal 1932 il Gruppo Speleologico di Bologna conduce esplorazioni e studio di cavità naturali e artificiali.

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